Economia Turchia 2015

Chiuso il primo trimestre dell’anno, è opportuno iniziare a fare un bilancio della situazione economica della Turchia, dal punto di vista della crescita, della produzione, del commercio estero e dell’occupazione.

La situazione, ad oggi, non sembra essere promettente per l’economia del paese. Infatti, nonostante nel 2014 la Turchia abbia registrato una crescita del 2,9%, l’inizio di quest’anno vede gli operatori più pessimisti sulle prospettive economiche del paese. Sensazione che sembra essere confortata da un indice di produzione in calo in settori come quello minerario e manifatturiero e da esportazioni che, a causa della svalutazione della Lira Turca ed il rafforzamento del dollaro, hanno registrato una brusca frenata a Marzo.

Anche la disoccupazione registra uno dei dati peggiori degli ultimi 4 anni. A dicembre la percentuale dei senza lavoro è salita al 10,9% contro il 10% del dicembre 2013. Un peggioramento determinato, secondo gli analisti, dal rallentamento della domanda interna e dall’aumento della forza lavoro determinato dall’ingresso di una parte della popolazione giovane. Lascia sperare, tuttavia, la presenza nel paese di 1,7 milioni di posti di lavoro attualmente non coperti.

Secondo il presidente della TOBB (Union of Chambers and Commodity Exchanges), Rifat Hisarcıklıoğlu, che ha parlato alla conferenza dell’Associazione dei Giornalisti di Economia, la Turchia ha la necessità di un nuovo modello economico basato su trasformazione tecnologica, più partecipazione femminile alla forza lavoro, più imprenditoria e, soprattutto, una migliore ridistribuzione della ricchezza.

Di seguito alcune sintesi e le relative fonti.

L’economia della Turchia nel 2014 cresce del +2,9%

Il risultato del 2014 supera di poco le previsioni degli economisti che stimavano il tasso di sviluppo al 2,7%, ma è leggermente inferiore alle aspettative del Governo che puntava invece al 3,3%. A livello macro economico, quindi, il paese sembra andare in controtendenza rispetto ad un trend mondiale dove l’Unione Europea ha registrato +1,9%, l’eurozona il +0,9%, l’America latina un +1,3%. (leggi: “Gross Domestic Product, IV. Quarter: October-December, 2014”)

L’obiettivo di crescita del Governo di Ahmet Davotoğlu per il 2015 è del 4%. I dati del primo trimestre del 2015, tuttavia, stanno sollevando alcune perplessità. Infatti le stime del tasso di crescita nel primo trimestre non superano quelle dello stesso periodo del 2014, segnando uno “sviluppo zero” de facto. Secondo il Centro per l’Economia e la Ricerca Sociale dell’Università di Bahçeşehir, questo dato, proiettato sull’anno, lascerebbe presupporre una crescita complessiva al 0%. Per i dati ufficiali di TurkStat relativi al primo trimestre, comunque, dovremo aspettare il 1 giugno.

Peggiora l’indice di fiducia sull’economia

L’indice di fiducia sull’economia, a Marzo, si attesta a 74.85 punti in calo di 15,4 punti rispetto al mese precedente e di 18,8 punti rispetto a allo stesso mese del 2014 (leggi:”Economic Confidence Index, March 2015”). L’indice è un valore composto da diversi indici e descrive le valutazioni, le aspettative e le trendenze circa l’economia nel suo complesso da parte di imprese e consumatori. Un indice superiore a 100 indica una previsione positiva, sotto il 100 una negativa.

Cala la produzione industriale, bene il settore energetico

A Gennaio 2015, l’indice della produzione industriale ha registrato un calo dell’1,4% rispetto a Dicembre 2014, principalmente nel settore minerario (-7,4%) e in quello manifatturiero (-1,4%). Il settore energetico, invece, cresce dell’1,1%. Su base annuale, il dato è molto più significativo: il settore minerario registra un -11,5%, quello manifatturiero un -2,4%, mentre cresce del +2,9% quello energetico. (leggi:”Industrial Production Index, January 2015”)

Il rafforzamento del dollaro frena le esportazioni

Anche i dati delle esportazioni del 2015 sembrano non essere rassicuranti, dato rilevante vista l’incidenza dell’export sull’economia del paese. Secondo l’Assemblea degli Esportatori Turchi (TİM), che ha rilasciato i dati un mese prima rispetto all’Agenzia Statistica, a Marzo le esportazioni sono calate del 13,4% rispetto lo scorso anno. Il motivo del calo, tuttavia, non sembra essere dovuto ad una minore domanda, quanto all’indebolimento della Lira Turca e, soprattutto, al rafforzamento del Dollaro. Secondo quanto dichiarato da Mehmet Büyükekşi, capo di TİM, il calo ha interessato un po’ tutti i paesi esportatori: la Germania, ad esempio, ha visto una diminuzione del 15% in gennaio; nello stesso mese la Gran Bretagna ha segnato un -20.5%, la Spagna un -21,3%, l’Italia un -12,2% ed il Brasile un -14,5%.

Minore crescita, più forza lavoro: aumenta la disoccupazione

Segnali non positivi anche sul fronte dell’occupazione. A dicembre del 2014, secondo Turkstat, la percentuale di disoccupati è salita al 10.9%, in crescita rispetto a Novembre (10.7%) e a Dicembre 2013, quando era il 10%, dovuto, secondo gli analisti, al rallentamento dell’economia e all’incremento della forza lavoro determinato dall’ingresso di parte dei giovani nell’età lavorativa. La forza lavoro, quindi, si attesta oggi al 50,2% della popolazione per un totale di 28,8 milioni di individui. (Leggi:”Labour Force Statistics, December 2014”)

Nonostante l’aumento della disoccupazione, secondo l’Agenzia Turca per l’Impiego (İŞKUR), in Turchia ci sarebbero 1,7 milioni di posizioni attualmente non coperte di cui il 44,3% sono costituite da lavori non qualificati. Il 52% di questi posti sono nel settore dei servizi, il 20.4% in quello industriale, il 20% nell’agricoltura ed il 7,6% nelle costruzioni.