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Il 2016 entrerà nella storia come l’anno nero per la Turchia.

I continui attentati a partire da metà 2015, la crisi politica con la Russia ed il tentato colpo di stato lo scorso 15 Luglio hanno segnato profondamente l’economia del paese, in particolare il settore turistico, che già iniziava ad avvertire un trend negativo, incentivato da una campagna mediatica non certo favorevole nei confronti della Turchia.

I dati rilasciati a settembre e relativi ad Agosto 2016 hanno evidenziato un calo del -38% rispetto all’anno precedente, per un totale di 17.4 milioni di arrivi nei primi 8 mesi dell’anno di cui 3,1 milioni nel solo mese di Agosto, mentre l’anno precedente i visitatori stranieri erano 5,1 milioni.

Il Turismo dall’Italia, che già ad Agosto 2015 aveva registrato un calo del 30,87% rispetto al 2014, nei primi otto mesi del 2016 ha contribuito con 25.764 arrivi contro gli 80.997 dello stesso periodo 2015: una diminuzione del -68,19%.

Başran Ulursoy, Presidente dell’Associazione delle Agenzie di Viaggio (TÜRSAB) ad aprile 2016 aveva sottolineato come il futuro del Turismo Turchia – Italia potesse essere luminoso (fonte: ftnnews.com). Purtroppo, però, i dati ora sembrano non essere così ottimisti.

Il Ministero della Cultura e del Turismo Turco ed il Ministero degli Affari Esteri ha dato il via ad una serie di iniziative per cercare di recuperare il GAP che si è venuto a creare, tra cui: la presenza a partire da oggi (13 ottobre) sino al  15 ottobre al TTG Incontri di Rimini, la fiera del Turismo che si tiene ogni anno nella località romagnola; gli eventi culturali volti alla promozione delle eccellenze turche, non ultimo la sfilata della collezione Yunus Emre organizzata con l’Istituto di Moda e d’Arte Tradionali di Izmir tenutasi lo scorso 6 ottobre a Roma; gli incentivi alle compagnie aeree; gli interventi dell’Ambasciatore Turco in Italia nei principali organi di informazione, volti a controbilanciare l’informazione spesso superficiale data da molti organi di informazione.

Come più volte ribadito anche in questo sito, agli occhi del pubblico italiano vi è una percezione distorta del paese, frutto di una non accurata informazione, spesso tendenziosa al limite del menzoniero.

Nonostante siano apprezzabili gli sforzi compiuti per la promozione del Turismo da parte delle istituzioni, la diffidenza che si è ingenerata tra gli italiani difficilmente si potrà combattere con classiche promozioni turistiche.

Intanto sono 600 i negozi che, a causa del calo turistico, stanno chiudendo al Kapalıçarşı di Istanbul, il più antico “centro commerciale” del mondo. Cifra che, secondo quanto dichiarato al quotidiano Hürriyet dal Presidente dell’Associazione dei Commercianti di Kapalıçarsı, Hasan Fırat, dovrebbe salire a 1.000 entro fine ottobre e a 1.500 entro la fine dell’anno.