Foto Credits: Stefano Rolando - https://goo.gl/VqNIdl
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Gaziantep / Turchia – Mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, proprio oggi, ricorda il ruolo strategico della Turchia sia sul fronte immigrazione sia come paese candidato all’Unione Europea, a Gaziantep si sta svolgendo la Conferenza Italo-Turca sul post-emergenza della situazione Siriana, organizzata da Minerva.

Protagonisti della giornata:  l’Ambasciatore d’Italia In Turchia, Luigi Mattiolo; Mehmet Alì Eminoğlu, come portavoce del primo ministro Ahmet Davutoğlu; Nejat Kocher, parlamentare turco ed ex presidente della Camera di Commercio di Gaziantep; Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università Bicocca; il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin che è stata anche Ministro della Famiglia e delle Politiche Sociali durante il terzo Governo Erdoğan

Secondo quanto raccontato da Stefano Rolando, che sta seguendo l’evento per conto de Linkiesta, la conferenza si pone l’obiettivo di immaginare il futuro delle migrazioni in modo tale da poter gestire al meglio una tendenza che, come ricorda Gian Carlo Bangiaro de la Bicocca, è un fenomeno che l’intero pianeta dovrà essere pronto ad affrontare poiché “la crescita delle migrazioni è già oggi il doppio della crescita della fertilità”, suggerendo che saranno le migrazioni a definire i nuovi assetti sociali, più della natalità.

In Turchia, al 4 marzo 2016, sono stati registrati 2.733.284 siriani (oltre il 3,5% della popolazione turca) di cui il 46% sono donne delle quali il 65% alfabetizzate. Per far fronte a questa ondata, cosa di cui poco si parla nei media italiani, lo stato Turco ha realizzato 26 campi di accoglienza che accolgono solo una minima parte dei profughi; la maggior parte vive fuori nelle diverse città del paese.

Per agevolare l’integrazione e ridurre il rischio sociale derivante da una massa di tali proporzioni, il Governo di Ankara ha predisposto una legge per concedere ai profughi siriani il permesso di lavoro. Questione sulla quale il paese di divide, dato l’elevato tasso di disoccupazione che potrebbe, in questo modo, aggravarsi e creare ulteriori tensioni sociali.