Dopo l’esposizione alla 1462 Contemporay Art Galley dello scorso 1 Novembre, Max Papeschi, tra i più promettenti e controversi artisti della scena artistica italiana contemporanea, il 19 Dicembre torna a Izmir (Smirne) per un progetto di beneficenza sponsorizzato da Tanyer insaat Prestige Proje Asma Bahçeler a sostegno della Fondazione Koruncuk ed in cui sono coinvolti altri artisti italiani della 1462 Contemporary Art Gallery.

Ciao Max, sei venuto a Izmir a Novembre ed adesso ritorni il 19 Dicembre per un altro evento. Dobbiamo supporre che ti sia trovato bene?

Benissimo, mi sono davvero sentito a casa, ero già stato a Istanbul anni fa, ma mai a Izmir che è stata davvero una piacevolissima sorpresa. Penso che tornerò spesso.

Ma il 19 Dicembre cosa succede?

Ci sarà un evento sponsorizzata da Tanyer insaat Prestige Proje Asma Bahçeler per aiutare l’associazione che si occupa di bambini “Koruncuk Vakfi” , tutto il ricavato della vendita dei biglietti, andrà appunto a beneficio di questa organizzazione. Io parteciperò con delle mie opere insieme ad altri artisti della 1462 Contemporary Art Gallery.

Parliamo un po’ di te. Vieni dal mondo dello spettacolo e hai abbandonato il tuo mestiere per dedicarti all’arte. Scelta coraggiosa, visti i tempi. Come mai hai deciso di fare questo passo e, soprattutto, riesci a viverci?

Non sono sono stato io a decidere di cambiare lavoro, ho iniziato questa nuova avventura per caso: nel 2008 avevo creato una pagina su Myspace che doveva servire a promuovere uno spettacolo teatrale che stavo scrivendo. Per dare forza alla pagina promozionale avevo realizzato con Photoshop delle immagini che rappresentassero il senso dello spettacolo che stavo scrivendo, una gallerista di Milano mi ha contattato e chiesto di esporle nella sua galleria, ho accettato e da li è cominciata la mia carriera nel mondo dell’arte.

Allora, inevitabilmente, mi devi insegnare il segreto del tuo successo. Alla fin fine, benché le tue oppere mostrino una chiara firma, è facile trovare in rete lavori di digital artist che che sfruttano la giustapposizione di elementi contradditori come fai tu. Mi insegni come hai fatto?

Nessun segreto. Penso di avere avuto un po’ di talento e molta fortuna.

Quando hai avuto la vera svolta e come ha risposto il pubblico italiano e internazionale?

La svolta è arrivata quasi subito: Il clamore mediatico sollevato da una mia opera gigante (NaziSexyMouse) affissa sulla facciata di un palazzo nel centro di Poznan in Polonia mi ha proiettato in un paio di giorni sulla scena internazionale, da quel momento è cambiato tutto.
Per chi volesse approfondire è uscita recentemente in Italia la mia autobiografia “Vendere Svastiche e Vivere Felici” edita da Sperling & Kupfer dove racconto tutta la storia dall’inizio.

Le tue opere alla fine sembrano dei display pubblicitari e, mi spiegavi, che in effetti sfruttano il linguaggio pubblicitario per denunciare lo strapotere dell’economia come strumento di controllo delle masse. Ma è proprio così? Chanell, McDonalds e gli altri sono i nuovi gerarchi di un partito totalitario?

Una buona parte delle mie opere si possono descrivere come delle vere e proprie campagne pubblicitarie, provenienti da una realtà parallela tutto sommato possibile, se non probabile. Sono pensate come delle insegne propagandistiche alle quali mancano solo claim, body-copy e pay-off per essere complete; quello che vendono e promuovono sono i valori su cui si fonda la nostra società al netto di ipocrisie e menzogne.
In definitiva il mio lavoro estremizza il concetto di “banalizzazione del male” già in atto nella società attuale. Le armi di banalizzazione di massa tendono a semplificare e disneyzzare la nostra percezione della realtà, personaggi ed eventi di qualsiasi genere sono spogliati nelle rappresentazioni massmediatiche di qualsiasi complessità, finendo inevitabilmente per assomigliarsi al punto da essere intercambiabili.

Bene, direi che è tutto. Grazie mille per il tuo tempo.

Grazie a te, ci vediamo il 19 Dicembre.