terremoto turchia bodrum 21 Luglio 2017
Terremoto Bodrum: lo tsunami a spinto le imbarcazioni sulla costa

 

A distanza di poco più di un mese, un secondo sisma ha colpito il mare egeo (terremoto bodrum). Dopo quello di metà giugno di magnitudo 6.3 che ha colpito le coste dell’isola di Lesbos, alle 1.31 del 21 Luglio un altro sisma, questa volta di magnitudo 6.7, ha interessato la parte di mar egeo compresa tra la città turistica di Bodrum in Turchia e l’isola greca di Cos, generando anche un piccolo tsunami che, secondo il Kandilli Rasathanesi – l’istituto di sismologia turco – ha generato un innalzamento del mare di 13 cm.

Se sul fronte turco i danni sono stati limitati, se non quasi del tutto assenti, l’isola greca di KOS è stata devastata e si registrano al momento due morti. Si tratta di un turista svedese e uno turco, rimasti schiacciati dal crollo delle pareti di un bar.

Le testimonianze da Bodrum parlano comunque di una forte scossa, durata alcuni secondi, che ha portato residenti e turisti a riversarsi per le strade.  “In tutta la mia vita non ho mai sperimentato una cosa simile” – ha raccontato Pietro Alba, presidente della Camera di Commercio Italiana di Izmir che si trovava proprio a Bodrum al momento del sisma – “ad un tratto un rumore opaco si è diffuso tutto attorno. Pareti, mobili e anche il pavimento continuavano a vibrare e sembrava non dovesse smettere”. 

Dopo la scossa principale, nella notte si sono succedute almeno una quarantina di scosse di assenstamento di magnituco compresa tra il 3.0 e il 4.6, che salgono oltre a un centinaio contando quelle di magnitudo inferiore al 3.0. “Le abbiamo sentite tutte e non siamo riusciti a chiudere occhio” – ha continuato Alba – “Ora capisco veramente cosa hanno provato i nostri connazionali nelle Marche e in Umbria. Se non lo si vive direttamente, è difficile anche semplicemente immaginarlo”. 

Nella zona di Bodrum, a pochi chilometri dall’epicentro, non si registrano al momento significativi danni; solo alcuni feriti, circa 80, le cui contusioni sarebbero da attribuire per lo più al panico e alla messa in salvo.

La danza dei numeri

A ballare non sono stati solo i mobili e i lampadari, ma anche la magnitudo registrata.

Inizialmente l’istituto sismologico turco Kandilli, aveva diffuso un grado di 6.2 quando le rilevazioni della grecia parlavano già di un 6.3 e quelle americane di 6.7. Secondo le ultime dichiarazioni rilasciate dall’istituto Kandilli, riportate dal quotidiano Hürriyet, il sisma sarebbe stato di 6.6 e nell’epicentro avrebbe raggiunto il grado 7.0 della scala richter.

A creare maggiori danni, per lo più ad automobili e imbarcazioni, sarebbe stato il piccolo tsunami generatosi con la prima scossa che avrebbe innalzato il livello del mare di 15 centimetri portando alla deriva le imbarcazioni e spingendo via le automobili a ridosso della costa.

Solidità delle costruzioni

Immediato è il paragone tra il sisma della Turchia e quello avvenuto nelle Marche, ufficialmente attestatosi al grado 6.0, dove a crollare non sono state solo le abitazioni dei borghi antichi, ma anche nuove costruzioni, secondo testimonianze raccolte direttamente da Il Nuovo Levantino.

Dopo il sisma che colpì Van nel 2011, il governo turco diede il via al progetto Kentesel Dönüşum (Ricostruzione cittadina), volto alla ricostruzione delle abitazioni che non risultavano essere adeguate alle norme antisismiche. Una operazione che sta interessando decine di migliaia di abitazioni, tutte costruite prima del 2000, e che potenzialmente potrebbe coinvolgere.

Il piano prevede la demolizione e ricostruzione di edifici che non risultano essere adeguati alle norme antisismiche. Per queste operazioni il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Urbano ha stanziato, solo per il 2017, un budget di 2,5 miliardi di Lire Turche (circa 600 milioni di euro) da destinare principalmente come contributo alle spese di affitto (1,4 miliardi) per i proprietari degli immobili da demolire.

Sono 406.536 gli edifici che quest’anno saranno oggetto di ricostruzione.