In questo nuovo appuntamento di Italiani in Turchia conosciamo Franco Pacini, tra i pochi italiani che si sono guadagnati il prestigio di guidare un importante gruppo Turco.

Italiani In Turchia - Franco Pacini
“Il suo accento fiorentino non è l’unica caratteristica che lo contraddistingue” Nella Foto: Franco Pacini, Chief Operating Officer di Tiryakiler

Il suo accento fiorentino non è l’unica caratteristica che lo identifica. Franco Pacini , è tra i pochi italiani che in Turchia si sono guadagnati il prestigio di essere messi alla guida di una azienda Turca, e soprattutto in meno di 4 anni.

Franco , infatti, è arrivato in Turchia nel 2012 dopo aver lasciato l’incarico di Amministratore delegato della filiale italiana di una multinazionale americana.

“Quell’estate ero in vacanza a Rodi in Grecia e ho ricevuto la chiamata del sig. Mehmet Tiryaki (presidente del gruppo Tiryakiler, NdR)” – racconta Franco – “Aveva saputo che avevo lasciato il mio precedente lavoro e ha voluto che ci incontrassimo per farmi una proposta. Così ho preso il primo traghetto e sono arrivato a Izmir… non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe così cambiata”.

Per quattro anni, Franco Pacini ha ricoperto il ruolo di Business Development Director e da quest’anno è Chief Operating Officer della della Tiryakiler, società del settore automotive presente con tre stabilimenti a Manisa e uno in Russia, 750 dipendenti e che ha in piano la realizzazione di un quarto impianto, sempre a Manisa, per il 2018, uno stabilimento di assemblaggio in Europa per il 2017 e che il 26 maggio scorso ha inaugurato il centro di ricerca e sviluppo (AR-GE merkezi in turco) per la progettazione di soluzioni innovative di linee di trasmissione.

Abituato a lavorare per multinazionali americane, come è stato l’impatto con la Turchia ?

Sono rimasto positivamente sorpreso. Ero arrivato da poco in Turchia e conoscendo bene le tecniche produttive chiamate lean manufacturing ho tenuto un workshop per migliorare l’efficienza di una linea di montaggio. Normalmente questo workshop prevede una parte di studio e pianificazione, e poi una parte di riorganizzazione del layout con lo spostamento delle macchine. Lo studio dura 3 giorni e il relayout avviene 2-3 settimane dopo. Qua abbiamo fatto lo studio in 3 giorni ed il quarto giorno abbiamo fatto il relayout… incredibile!

Insomma, come in Italia …

Spesso in Italia le cose sono troppo complicate da fare, la cultura ed il paese sono un po ingessati, fare i cambiamenti e difficile – in Turchia la reazione è immediata, spesso. Certo, anche nel caso che raccontavo non sono mancate le difficoltà, ma tutto sommato abbiamo anticipato le cose notevolmente

Immagino che una posizione come la tua fosse ambita anche da tuoi colleghi turchi, che magari erano in azienda da più tempo. Come è stata la reazione dei tuoi colleghi quando ti è stata offerta la posizione di COO dell’azienda ?

Sinceramente ho avuto più problemi all’inizio, quando le persone ancora non mi conoscevano. I miei colleghi sapevano che avevo lavorato per una società concorrente e pertanto anche se rispettavano la mia esperienza erano sempre sospettosi, difficilmente condividevano le informazioni. Cercavano di prendere il più possibile e di dare poco. Piano piano, yavaş yavaş, condividendo le mie esperienze internazionali, le mie conoscenze tecniche e soprattutto contribuendo in prima persona all’acquisizione di importanti business ed importanti successi, la situazione ha avuto una svolta e sono stato accettato al 100%. Un altro contributo fondamentale all’integrazione sia professionale che personale e stato l’imparare la lingua Turca, dimostrare l’impegno e la volontà di parlare di comunicare con la lingua del luogo e un fattore essenziale a mio giudizio. Il resto della strada, nonostante vari intoppi, e stato in discesa……

E al di là del lavoro, che idea ti sei fatto della società turca…

La prima cosa che ho notato è il senso dell’ospitalità. Ovunque si vada in Turchia, dai ristoranti agli alberghi, a case private, a visite di lavoro è sorprendente con quale ospitalità si viene accolti. Tutti cercano di metterti a tuo agio e di aiutarti spesso in maniera disinteressata. A volte sono sospettoso e credo che poi mi venga chiesto qualcosa in cambio … invece viene fatto senza fine. E questo mi sorprende ogni volta.

… altro ?

Il senso di Famiglia che è ancora molto vivo. Frequente capita di vedere grandi tavolate di persone a cena, soprattutto d’estate. Lo trovo meraviglioso. Un tempo lo avevamo anche in tutta Italia, ma ormai è rimasto solo al Sud, mentre al Nord è quasi sparito. Poi c’è il senso del Rispetto che viene manifestato sempre attraverso appellativi come Abi (fratello maggiore, NdR) e Abla (Sorella maggiore) utilizzato nei confronti di chi ha qualche anno in più, pur non essendo un parente. Il continuo salutarsi, le innumerevoli espressioni di augurio per qualsiasi cosa … una ricchezza verbale che denota un profondo senso di rispetto verso l’altro.

Progetti per la tua vita futura?

Sinceramente in Turchia mi trovo bene, sia personalmente che professionalmente, pertanto non penso di muovermi a breve, credo che continuerò la mia carriera qua anche se spesso mi manca l’Italia, il vedere i miei figli più spesso e tanti altri affetti, amici e situazioni. Penso che l’Italia possa fare anche a meno del “rientro del mio cervello”, comunque visto che ce ne sono tanti in İtalia che sparano “cretinate” sono sempre pronto a rientrare per spararne qualcuna anche io…

Leggi le altre storie degli Italiani in Turchia e se vuoi raccontarci la tua, scrivici.

3 Commenti

  1. Buongiorno, mi chiamo Luigino De Zordo e vivo in Turchia dal 2004 circa. Sposato da 4 anni con attuale residenza nella provincia di Yozgat per questioni lavorative ho accasione di confrontarmi tutti i giorni con gli imprenditori turchi.
    Mi ha un po’ sbalordito il fatto che le cose ( i progetti) in Turchia
    ed in questo caso speciale del Signor Franco, la realizzazzione del suddetto progetto sia stato realizzato in un tempo minöre rispetto alle normalita’ di altri paesi.
    Io, e parlo da consulente di un’azienda che produce occhiali in Turchia, ho spesso a che fare con tempi lunghissimi e spesso rimpiango il nostro bel paese.
    Comunque sono contento che un’italiano sia arrivato fino in cima cioe’ che si sia guadagnato la totale fiducia di un gruppo turco.
    Hoşkeldiniz Franco e buon lavoro
    luigino

  2. Spesso è solo una questione di come si approccia l’imprenditore. Qui rispetto all’Italia trovo siano molto più pragmatici, nel bene e nel male. Personalmente sto imparando che bisogna andare con obiettivi precisi e a breve termine, dando misure quantitative…

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