Whirlpool-Indesit:"Non andremo via dalla Turchia"

Lo scorso fine settimana alcuni quotidiani Turchi, tra cui BirGün, avevano dato la notizia della prossima chiusura da parte di Whirlpool dello stabilimento Indesit a Manisa, ed il trasferimento della produzione in Italia, come parte di un piano di potenziamento della produzione Italiana.

“Non è mai stato nei nostri piani la chiusura del polo Turco”, ci ha spiegato Pietro Alba, Direttore del sito Industriale di Manisa che, relativamente alle notizie sul polo Turco di Indesit ipotizza che ci sia stata “una incomprensione quando è stato presentato il piano industriale dopo l’acquisizione di Indesit da parte di Whirlpool”.

Già lo scorso mese, in un incontro con la stampa tenutosi a Barcellona, il management di Whirlpool aveva escluso categoricamente la chiusura dello stabilimento di Manisa, ponendolo anzi come centro della produzione per l’Europa Occidentale, il Medio Oriente e l’Africa.

Il tutto sembra nascere dalla notizia riportata da Reuters lo scorso 16 Aprile, che ha alimentato le voci riportate dalla Stampa turca del trasferimento delle produzioni turche in Italia:

Una nota del Ministro dell’Industria Italiano ha detto che il governo ha evidenziato gli aspetti positivi del piano, che dovrebbe aiutare a portare [in Italia] investimenti davvero necessari e a far rientrare la produzione [in Italia] da Cina, Polonia e Turchia. […]. La Produzione di asciugatrici che attualmente è basata in Turchia, dovrebbe essere portata a Comunanza, in centro Italia, mentre le lavatrici ad alta capacità dovrebbero essere prodotte a Napoli.

Whirlpool, secondo quanto riportato anche da Il Sole 24 Ore, prevede per l’Italia un investimento di 500 milioni di Euro, a fronte di una riorganizzazione del polo produttivo, con la chiusura dello stabilimento di Caserta e del centro di ricerca di None (Torino) e, insieme, il rafforzamento del polo di Cassinetta (Varese) e la creazione di un polo Europeo per la produzione di piani cottura attraverso l’integrazione degli stabilimenti di Albanica e Melano (Ancona).

Questo, tuttavia, non avrà alcun impatto sulla Turchia dove, nel 2012, Indesit, ancora di proprietà della famiglia Merloni, aveva investito 35 milioni di euro per la creazione di un secondo strabilimento. Qui l’obiettivo, al contrario, è di continuare l’avviamento come previsto originariamente dal piano.