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Il Piccolo Principe, spesso liquidato come racconto per bambini, offre riferimenti alla politica del suo tempo. E non manca uno sguardo alla neonata Repubblica di Turchia.

il piccolo principe e l'astronomo turco

Qualche mese fa in Europa, e anche in Turchia, è stato distribuito nella sale cinematografiche a grande diffusione un film di animazione malinconico quanto profondamente dolce, e basato più o meno liberamente su Le Petit Prince (Il piccolo principe, NdR), l’opera più conosciuta del francese Antoine de Saint-Exupéry.

Pubblicato per la prima volta nel 1943 da Reynal e Hitchcock in lingua inglese, e qualche giorno dopo in francese, è stato poi tradotto in tantissime lingue, tra cui ovviamente l’italiano, Il Piccolo Principe, e il turco, Küçük Prens. Il racconto è molto poetico e, seppur organizzato nella forma di un’opera letteraria per ragazzi o addirittura per bambini, affronta temi roventi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia, fino ad arrivare a tematiche di tipo politico e sociale. Il contesto storico lo permetteva largamente: erano anni difficili, di conflitto internazionale e di nuove presenze-egemonie che affannosamente tentavano di scavalcarne altre.

Nel racconto, un pilota di aerei precipita nel Sahara e qui, in questo luogo lunare e solitario, incontra un bambino che comincerà a raccontargli la sua storia e perché si trova sulla terra, lui che proviene invece da un asteroide lontano, il B612. Ciascun capitolo de Le Petit Prince dipinge, nel senso anche visivo del termine perché l’autore produce dei disegni per ogni capitolo-incontro, le riflessioni che il Piccolo Principe fa via via su personaggi e pianeti diversi.

Ciascuno di questi incontri può essere identificato come un’allegoria o uno stereotipo della società moderna e contemporanea. E infatti, visitando i pianeti, il Piccolo Principe si convince sempre di più che i grandi siano ben strani: un vecchio re solitario ama dare ordine ai suoi sudditi, nonostante sia l’unico abitante del pianeta; un vanitoso chiede solo di essere ammirato e applaudito, senza ragione; un ubriacone beve per dimenticare la vergogna di bere; un uomo d’affari passa i giorni a contare le stelle, credendo che siano sue.

Ma prima di tutti questi incontri, nel capitolo IV, l’autore si lascia andare a considerazioni chiaramente politiche: racconta di avere serie ragioni per credere che il pianeta del Piccolo Principe fosse l’asteroide B612.

Antoine de Saint-Exupéry narra che questo asteroide è stato visto una sola volta dagli essere umani, grazie al telescopio e alla perizia di un astronomo turco.

Il Piccolo Principe e l'astronomo turco

Quest’ultimo all’epoca aveva fatto una grande dimostrazione della sua scoperta a un Congresso Internazionale d’Astronomia, con tanto di calcoli strabilianti e disegni precisissimi. Ma in costume com’era, fez e abito ottomano con cinta alla vita, nessuno lo aveva preso sul serio. “I grandi sono fatti così”, continua l’autore, aggiungendo che l’astronomo rifece la sua dimostrazione nel 1920 e che tutti gli credettero: “Fortunatamente per la reputazione dell’asteroide B612 un dittatore turco impose al suo popolo, sotto pena di morte, di vestire all’europea”.

 

 

Pıccolo Principe e l'astronomo turco 2

Il capitolo IV de Le Petit Prince rimane quello più politicizzato e dichiaratamente critico.

Noi possiamo solo chiederci: “L’apparenza inganna?”

Ai posteri l’ardua sentenza.