Izmir è annoverabile tra le maggiori città del mondo“. A dirlo è Asia Telma, Direttore Europa dell’International Finance Corporation (IFC), la società del World Bank Group che assieme al magazine The Economist ha organizzato l’edizione di Cities Unbound tenutasi lo scorso 30 Giugno a Londra.

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Ospite, assieme ad altri rappresentati di municipalità mondiali, anche il Sindaco della Municipalità Metropolitana di Izmir, Aziz Kocaoğlu che è stato protagonista di una tavola rotonda moderata dall’Economista Urbana del The Economist, Roxana Slavcheva. Durante l’intervista, Kocaoğlu ha ricordato che nonostante l’alto tasso di indebitamento di Izmir, finalizzato a progetti di riqualificazione urbana, il Comune riesce ad avere una gestione delle finanze tale da poter mantenere un margine operativo soddisfacente, tanto da esserle riconosciuta la tripla AAA da Fitch, il massimo voto che l’agenzia di rating assegna.

Non è la prima volta che Izmir ottiene riconoscimenti di questo tipo. Già nel  2014 la terza città della Turchia si era posizionata al secondo posto del Global Metro Monitor per velocità di crescita. Nello stesso anno, inoltre, l’Unione Europea assegna alla Perla dell’Egeo la Plaque d’Onor dell’Unione Europea per l’impegno della città nella promozione di valori comunitari. Nel 2015 la City Mayor Foundation aveva incluso il sindaco di Izmir, Aziz Kocaoğlu, tra i migliori 10 sindanci del mondo. Nel 2016, l’impegno Izmir nello sviluppo di una città sostenibile ha attirato l’interesse anche della agenzia di stampa europea Youris, che ha dedicato uno speciale alla città.

Anche in Turchia la popolarità di Izmir è in costante ascesa. Un tempo vista come luogo di “ritiro” dopo il pensionamento, per il suo clima e mare, oggi la città è meta di trasferimento di molti Turchi che la stanno scegliendo come centro dei propri affari. Una migrazione interna che si sta facendo sentire sui prezzi del mercato immobiliare in costante ascesa ad una media del 15% anno.

Restano ancora molti, comunque, i nodi che la città deve risolvere, soprattutto dal punto di vista economico. Nonostante l’alto tasso di istruzione, la città infatti ha oggi un tasso di disoccupazione che si attesta attorno al 15%, superiore alla media nazionale, che costringe molti a trasferirsi o all’estero o ad Istanbul. Anche se la bilancia di produzione tra i diversi settori è ben equilibrata, il tessuto imprenditoriale è composto per lo più da micro e piccole imprese, stabilimenti di produzione e sono quasi del tutto assenti i centri direzionali che, ancora, preferiscono tener base ad Istanbul.