giotto2.

(Istanbul/Aise) “Giotto e le novità del linguaggio figurativo giottesco nella pittura italiana del Trecento” è il tema della conferenza che Alessandro Tomei terrà martedì 14 aprile, alle ore 19.00, presso il Teatro della Casa d’Italia ad Istanbul.

L’evento è organizzato dal locale Istituto Italiano di Cultura nell’ambito del ciclo di conferenze “Capolavori e maestri dell’arte italiana”.

Artista-simbolo dell’intero Medioevo, Giotto conobbe particolare e vastissima fama anche presso i propri contemporanei; di tale fama sono testimonianza le numerosissime citazioni che lo riguardano, in fonti letterarie e documentarie sin dai primi decenni del Trecento. Le novità figurative elaborate dal maestro, che da Firenze arrivarono in diverse regioni d’Italia grazie alle committenze ricevute in centri come Roma, Assisi, Rimini, Padova, Napoli, Milano, furono con grande rapidità assimilate e rielaborate dagli artisti locali, dando vita ad una nuova lingua pittorica. L’arte di Giotto da un lato attua una sintesi tra la tradizione classica e quella medievale, dall’altro comincia a costruire le fondamenta dell’edifico rinascimentale.

Il rapporto tra Giotto e l’antico è uno degli aspetti fondamentali per la comprensione della sua arte, che proprio dalla classicità trae quei caratteri di naturalezza e di aderenza alla realtà che furono apprezzati dai suoi contemporanei e che ancora oggi ci colpiscono per la loro intensità comunicativa. Perché la realtà dipinta da Giotto non è solo fatta di cose, persone e paesaggi: per la prima volta, infatti, dopo molti secoli, nella pittura ricompare la rappresentazione degli stati psicologici dei personaggi.

Alessandro Tomei ha studiato storia dell’arte a Roma sotto la guida di Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi, Angiola Maria Romanini. Ha compiuto ricerche sulla miniatura gotica a Parigi, sotto la direzione di André Chastel. Dal 1976 al 1993 ha svolto attività di ricerca e docenza presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Dal 1993 ha insegnato Storia dell’arte medievale presso l’Università di Chieti, prima come Professore Associato, dal 2000 come Ordinario. I suoi principali campi di ricerca sono la pittura e la miniatura in Italia tra Duecento e Trecento, la scultura e le arti applicate di età medievale.

È autore di numerosi saggi e lavori monografici, su artisti come Pietro Cavallini, Giotto, Cimabue, Arnolfo di Cambio, Jacopo Torriti. É inoltre redattore del periodico internazionale di critica “Arte medievale” e del periodico internazionale “Rivista d’arte”. Ha collaborato all’organizzazione di numerose mostre, tra cui “Le Biccherne di Siena. Arte e finanza all’alba dell’economia moderna” (Roma, Palazzo del Quirinale, 2002) e “Giotto e il Trecento. Il più sovrano maestro in dipintura” (Roma, Complesso del Vittoriano, 2009) di cui è stato curatore.

(Aise)