In Spagna quando una squadra perde rumorosamente, si dice che si tratti di un “fracaso“. Essendo la terminologia futbolistica spagnola probabilmente la migliore del mondo, il termine si applica benissimo anche al KO turco di ieri sera a Nizza, proprio contro la SeFutbol.

Un Andrés Iniesta magistrale, un Sergi Busquets in cabina di rottura/regia silenziosa e il regime di tiqui-taca riportato ai massimi livelli per una notte non possono bastare a spiegare una débacle come quella turca, figlia di una condizione atletica davvero deludente (questa squadra sembra lontana parente di quella che ha eliminato l’Olanda, battuto Repubblica CecaIslanda con convinzione per qualificarsi a Euro 2016).

La partita ha infatti avuto un altro dominatore, Alvaro Morata, facilitato dalla presenza di Mehmet Topal al centro della difesa. Questa la scelta di Fatih Terim, fortemente criticato in patria, ma conscio di avere ben poche alternative con l’assenza pesantissima di Serdar Aziz. Il miglior centrale turco si è rivelato fondamentale, proprio ora che non c’è. Un classico. Hakan Balta, l’altro centrale, è infatti apparso in imbarazzante difficoltà sia contro la Spagna che contro la Croazia all’esordio. Due Nazionali che, comunque la vogliamo vedere, hanno dimostrato di avere più qualità media della Turchia proprio a centrocampo, dove la squadra di Terim ha costruito le sue fortune.

SpagnaCroazia sono più forti della Turchia, e inoltre si sono presentate al match diretto con una condizione migliore: la verità amara, anche sfortunata (considerando il crollo croato proprio ieri sera) che porterà i turchi all’ultima prova del torneo con molte domande. Sarà possibile ripetere la partita di Praga (0-2 turco) anche a Lens? Riuscirà Arda Turan (pesantemente fischiato dai suoi tifosi) a guadagnare di nuovo l’apprezzamento nella madrepatria?

Di colpo infatti le critiche sono passate dal 1995 Ozan Tufan (ieri sera, ancora tra i pochi “salvabili”) al capitano, “reo” di non avere una grande condizione, a causa anche della pessima recente annata al Barcellona. I tifosi spagnoli hanno risposto applaudendo il mago di Bayrampasa, dimostrando ancora di avere un grande fair-play e confermando la cultura futbolistica della penisola iberica. La Turchia deve ancora crescere, e trovare un girone simile (pensando soltanto anche a quello con Islanda, Portogallo, Austria e Ungheria…) non ha aiutato a proseguire il buon lavoro di Terim negli ultimi mesi. Aggiungendo la precaria condizione di YilmazTuran ed Erkin, il quadro si è completato così. 1-0 e 3-0, con un’unica possibilità d’appello: quella contro la Repubblica Ceca a Lens. Arrivare come miglior terza, eventualmente, con 3 punti, sembra già un’utopia, vista la pesante differenza-reti accumulata dai turchi.

Adieu, la France. Euro 2016 sembra finito senza essere neanche iniziato. Sperando che le scorie del fracaso di ieri non portino con sé l’idiozia aberrante di un’altra foreign rule, invocata da opinionisti turchi che già non ricordano i nefasti effetti di una normativa che ha allontanato la Turchia dal calcio europeo per anni. Continuare il lavoro fatto finora sembra una strada migliore: il futuro vede tanti talenti, dal ’95 al ’99, pronti a reclamare lo spazio che meritano. E se ci sarà spazio per Emre Mor almeno a Lens, avremo una degna chiusura dell’Euro.

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