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Nicoletta Olivieri, L’Italiana che dirige il coro del Teatro dell’Opera di Izmir

I capelli non saranno lunghi e raccolti come quelli di Euterpe, musa greca della musica e del canto lirico, il cui nome significa “colei che rallegra”, ma la passione e la gioia che infonde nel suo lavoro sono molto simili.

Nicoletta Olivieri si è da poco trasferita a Izmir per ricoprire qui la carica di Direttore del Coro del Teatro dell’Opera. Curriculum interminabile e fitto, farcito di collaborazioni con nomi illustri internazionali.

All’ “Arena” di Verona è Pianista di Sala, è Segretario Artistico/Casting Manager presso il Teatro “G. Verdi” di Trieste, Pianista e Vocal Coach Masterclass all’ “Amsterdam Belcanto Academy”; scegliere la collaborazione più importante è difficile, non dimenticando Pavarotti e Domingo.

Maestro Olivieri come mai è qui in Turchia, a Smirne?

In Italia, nonostante il mio curriculum, è difficile lavorare perché la meritocrazia non è una priorità.

E qui, invece, quali difficoltà ha affrontato?

Non parlando la lingua, per fortuna ho avuto il supporto linguistico di un collega francese che è qui da più tempo, tre anni. A mio avviso bisognerebbe istituire un’organizzazione facilmente accessibile da chi arriva in città, che sia da sostegno per le cose pratiche e non. C’è chi arriva da solo in Turchia e non ha punti di riferimento.

Cosa si aspettava dalla direzione del teatro e cosa invece ha vissuto?

Non avevo delle grandi aspettative inizialmente, non conoscendo il Coro. Sono rimasta sorpresa in positivo dall’amabilità delle persone, dal loro desiderio di migliorare e lavorare con me; mi sono meravigliata anche di me stessa, perché questa è la mia prima esperienza in un teatro importante all’estero come direttrice di Coro. Precedentemente all’estero ho ottenuto molte Master Class, permanenze di pochi giorni. È la prima volta che cambio casa per lavoro, una grande esperienza di crescita personale e professionale.

Come ci si sente a essere una donna in Turchia e a ricoprire un ruolo come quello di Maestro del Coro?

Ho notato un’apertura mentale maggiore di quella che ho riscontrato in Italia dove questo ruolo, come tanti altri in teatro, è più per gli uomini. Ricordo che tanti anni fa, quando espressi all’ “Arena” di Verona la volontà di proseguire con questa carriera, mi fu detto che questo lavoro era più adatto agli uomini. Eppure sono stata una delle poche donne a rivestire il ruolo di segretario artistico nelle fondazioni lirico-sinfoniche italiane. A Izmir è normale che una donna possa dirigere un teatro.

Le strutture in cui lavora, il respiro storico che le trasmettono.

Izmir è una città piena di edifici nuovi, la storia è poco visibile nelle abitazioni, questo un po’ mi manca.

Cosa ci dice del pubblico e della comprensione dell’opera lirica italiana?

Il teatro è sempre pieno, ci sono i sottotitoli in turco per le opere italiane. Non essendoci una tradizione di teatro lirico non c’è forse la stessa comprensione e attenzione.

Maestro Olivieri quali sono i prossimi appuntamenti al Teatro dell’Opera di Izmir?

Il 28 Marzo debutta “Pagliacci” di Leoncavallo, in Maggio ci saranno due concerti: uno dedicato a Leyla Gencer e l’altro è il “Gloria” di Vivaldi in collaborazione con il Consolato Italiano.