Associazione dei Levantini di Izmir

Far rivivere la levantinità attraverso la riscoperta del passato, la conservazione della memoria e la rinascita della comunità. Con questo spirito la Associazione dei Levantini di Izmir ha dato inizio alle proprie attività organizzando a Febbraio il primo evento ufficiale. Ha deciso di farlo ad Alsancak, il quartiere che da sempre ha rappresentato la casa di questa comunità, composta da discendenti di Europei stabilitisi secoli fa nelle terre di Turchia, mantenendo sempre uno stretto legame con le proprie origini attraverso la lingua e le tradizioni. Infatti girando per la sala del Küçük Klub, si potevano sentire dialoghi in italiano, francese, greco e, non raramente, vedere persone parlare assieme in differenti lingue contemporaneamente.

Si può dire che dal 1922 al 1950 fosse levantina” – mi racconta Peter Papi, promotore e attuale presidente dell’Associazione, 80 anni ma con uno spirito da ventenne e che tutti chiamano Piero. – “Dopo l’incendio che colpì la città nel 1922, la popolazione si ridusse da 150.000 abitanti a circa 70.000. I Greci scapparono sulle isole o in patria e qui rimasero i Levantini ed i Turchi. Furono i Levantini, che avevano esperienza nel commercio e nell’artigianato, che nei successivi anni praticamente ridiedero vita alla città aiutando i Turchi nella ricostruzione e grazie all’abilità commerciale a ridare impulso agli scambi, portando nuovamente benessere

A testimoniarlo anche le numerose foto che l’Associazione sta raccogliendo per creare un archivio della memoria Levantina e tramandare la loro storia alla comunità locale e agli europei che risiedono nell’odierna Izmir. Ciò che appare immediatamente evidente nell’osservare quelle immagini è il senso di comunità che animava i levantini e che li portava a condividere non solo lingua e cultura, ma anche spazi e progetti di cui ancor oggi sono visibili le tracce: dalla torre dell’orologio a Konak, alle numerose chiese distribuite tra Alsancak, Bayraklı, Karşıyaka, Bornova. Una eredità che anche la comunità turca sta riscoprendo, come nel caso della mostra organizzata a Bornova nel 2016 e al censimento delle case levantine presentato dalla Ege Üniversitesi durante la conferenza “Italiani a Izmir”.

I levantini portano con sé una eredità importante fatta di multilinguismo, multiculturalismo e meticciato, per via della molteplicità delle origini nazionali. Sono i primi veri promotori del cosmopolitismo, con una tradizione quasi millenaria. Una tradizione che, con il cambiamento dei tempi, sta gradualmente sparendo. Le famiglie levantine, infatti, erano composte da persone con cittadinanza europea (Italiani, Francesi, Inglesi, Olandesi) e si caratterizzavano per l’appartenenza a fedi religione di matrice Cristiana (cattolici, ortodossi, protestanti); spesso non avevano nemmeno cittadinanza Turca. Negli anni della Repubblica, ed in particolare con le nuove generazioni, i matrimoni “misti” con cittadini Turchi hanno portato un cambiamento progressivo nella società levantina avviando un processo che gradualmente porterà ad esaurimento la levantinità nella sua forma tradizionale.

Ecco l’importanza dell’attività dell’Associazione dei Lavantini di Izmir nel mantenere viva la memoria ed il contributo della loro comunità. Ecco perché, assieme alla fondazione Levantine Heritage di Londra, stanno lavorando alla creazione del Museo dei Levantini. La memoria, tuttavia, non è il solo obiettivo.

L’associazione vuole anche mantenere lo spirito di una comunità viva attraverso attività sociali per le quali, come ha evidenziato Giuliano Gloghini, “tutti sono chiamati a dare il proprio contributo”. Già dal 2007 ha ripreso la propria attività il Teatro Amatoriale dei Levantini, un’organizzazione risalente al 1900, che ogni anno mette in scena opere e commedie in diverse lingue, di cui la più recente qualche settimana fa. A questo si vogliono affiancare nuove iniziative in grado di coinvolgere le nuove generazioni e, soprattutto, le nuove migrazioni, che possono considerarsi tra gli eredi dei levantini attraverso cui perpetuare nel tempo la cultura levantina.