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Perfettamente conservati e salvati, all’ultimo, da una innonzadione dovuta alla costruzione di una diga sull’Eufrate. Si tratta dei mosaici di Zeugma, tra i più belli e meglio conservati reperti archeologici dell’antica Tracia, figli della dominazione greca e romana che interessò quella zona.

Il loro salvataggio fu frutto di una mobilitazione di massa quando, nel 2000,  la costruzione della diga di Birecik, a meno di due chilometri dal sito, iniziò a innondare l’area collocata nella provincia di Gaziantep a ridosso del fiume Eufrate e che, inevitabilmente, avrebbe sommerso i resti archeologici dove, da alcuni anni, si stavano effettuando scavi. Privati e istituzioni si mobilitarono e  “subito, i migliori restauratori del mondo arrivarono dall’Italia per salvare i reperti”, scrive il sito Argheology.org.

Alcuni visibili nei loro siti originali, altri conservati al Museo dei Mosaici di Zeugma a Gaziantep, tolgono veramente il fiato per la bellezza delle rappresentazioni e lo stato di conservazione con cui sono stati rinvenuti. Si tratta di una trentina di raffigurazioni che decoravano i pavimenti delle case con scene della mitologia. Così si Vede Tritone, figlio di Poseidone e Amfitrite; Dioniso e Nike in trionfo accompagnati da una Bakkha; la nascita di Afrodite; le avventure di Achille durante la Guerra di Troia.

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ZEUGMA

L’antica città di Zeugma si trova sulla riva occidentale dell’Eufrate, le cui fertili sponde hanno dato alla luce la civiltà in epoca preistorica e che fin dall’antichità ha segnato il confine dei mondi. Zeugma orientale e occidentale si trovano nei pressi del villaggio di Belkys, a dieci chilometri a est di Nizip in provincia di Gaziantep. Zeugma e Samosata (oggi conosciute rispettivamente come Belkys e Samsat) erano stai situati presso i due punti più facili per attraversare questo grande fiume, e il nome di Zeugma significava ‘ponte’ o ‘luogo di passaggio’.

Si narra che Alessandro Magno abbia qui attraversato l’Eufrate nel suo cammino per conquistare la Persia. Successivamente uno dei suoi generali, Seleuco I Nicatore (312-281 aC), fondatore dell’impero seleucide, ha qui fondato le città gemelle: Apameia sulla riva orientale, prende il nome da sua moglie nata persiano Apama, e Seleukeia sulla sponda occidentale, prende il nome se stesso. Seleukeia è stata poi ribattezzata Zeugma in epoca romana, e divenne una delle quattro principali città del regno di Commagene. La sua posizione strategica ha portato al suo rapido sviluppo.

Dopo che la regione passò sotto il dominio romano era di stanza qui il scita Legione (Legio IIII Scythica), grazie al quale la città ha guadagnato ancora maggiore importanza. Per due secoli fu sede di funzionari di alto rango e funzionari dell’impero romano, che portarono le loro famiglie, consulenti, gli schiavi, e una vita culturale sofisticata. Come città di importanza militare e centro commerciale vitale tra Oriente e Occidente, Zeugma conobbe la sua epoca d’oro nel 1 ° e 2 ° secolo dC. La sua importanza si riflette nelle opere d’arte e nelle ville scoperte qui. Nel 252 dC il celebre sovrano sasanide Shahpur I (241-272) assediò Dura e conquistò la città. L’evidenza archeologica mostra che i Sassanidi continuarono a bruciare e distruggere Zeugma intorno al 252. Sull’acropoli nota come Le colline di Belkys sono situate le rovine di un tempio dedicato a Tykhe, dea del destino. La città si estende dall’acropoli fino al Eufrate 300 metri più in basso, su una superficie di circa duemila ettari.