Izmir-erasmus

Studiare e lavorare a Izmir. Ebbene, sì. Non di sola Istanbul vive l’Italia. Sebbene la moderna Costantinopoli sia tra le mete preferite per chi intende venire in Turchia, esiste un numero crescente di Italiani che stanno guardando a Izmir e che, una volta arrivati, se ne innamorano.

Abbiamo chiesto a cinque giovani Italliani, dai 21 ai 28 anni, che sono venuti qui per ragioni di stage e studio di raccontarci la loro esperienza. Queste persone, oggi, sono tornate in Italia o sono ad allargare le proprie esperienze in altri paesi ma tutti hanno un sogno: quello di ritornare ad Izmir, anche per periodi lunghi.

In questo lungo articolo, ci racconteranno il perchè hanno scelto la Turchia ed Izmir in particolare, quale bilancio fanno della loro esperienza ed i loro consigli a chi intende fare una esperienza di Stage o di Studio nella Perla dell’Egeo.

E ora Iniziamo!

L’esperienza di cinque giovani Italiani a Izmir

Giulia, Elisabetta, Andrea, Alessandro e Giuseppe hanno trascorso alcuni mesi ad Izmir per studiare e lavorare.

Giulia Basso ha 23 anni, è originaria di Messina ma studia a Venezia ed è venuta ad Izmir per uno stage di 3 mesi presso la Camera di Commercio Italiana e ci spiega che “prima ancora di scegliere l’ente in cui svolgere lo stage, ho scelto la città.”.

Elisabetta Gnizio, ha 26 anni e come Giulia proviene dalla Università di Venezia, ha svolto un tirocinio alla Camera di Commercio Italiana ed è giunta a Izmir grazie al progetto Erasmus Placement  ed ha scelto Izmir perchè “mi sto specializzando in studi sulla Turchia e volevo migliorare le mia conoscenza della lingua turca”.

Lo stesso vale per Alessandro Borean, 27 anni di Pordenone che è riamasto per un anno: “Avendo avuto modo di studiare marginalmente l’economia turca,  ne sono rimasto piacevolmente affascianato. La forte crescita, la moderna società secolare di cultura musulmana, il suo essere ponte tra oriente ed occidente, sono state caratteristiche che hanno attratto la mia curiosità e voglia di scoprire.”

Giuseppe Maiorana, 21 anni, di Marsala, laureando in Economia e Management, ha studiato presso la Yaşar Universitesi “scelta perchè volevo approfondire le relazioni economiche-commerciali fra italia e Turchia”. La sua motivazione? “andare in un paese economicamente emergente, lontano ma non agli antipodi dalle logiche europee, in grado di arricchire il mio bagaglio di una cultura da me sempre ammirata ma mai vissuta fino in  fondo. La Turchia, quindi, faceva al caso mio ed Izmir era la città ideale”

Andrea Lunardi, 28 anni, originario di Padova, ha trascorso ad Izmir 5 mesi per preparare la propria tesi in Marketing e Comunicazione d’Impresa e ha scelto la Turchia “perchè riusciva a unire diversi miei interessi, in primis quello del conoscere una cultura molto diversa da quella italiana con una religione diversa, diversa quindi dalle consuete destinazioni come potrebbero essere Spagna,  Regno Unito, Germania e Francia”, ammettendo tuttavia che Izmir era l’unica destinazione in Turchia disponibile per questa esperienza.

“Izmir è tranquilla,  ospitale, funzionale, vivibile ma occhio alla burocrazia”

Se per Giulia, Elisabetta e Andrea quello con la Turchia non è stato il primo incontro, lo è stato invece per Alessandro che, pur non avendo forti preconcetti, riteneva la Turchia un paese più arretrato ed è stato positivamente sorpreso nel vedere che “I mezzi di trasporto funzionano molto bene. Supermercati, locali, bancomat e negozi sono presenti ovunque, per cui è possibile soddisfare tutti i propri bisogni” e ha potuto constatare che “ Il luogo di lavoro non ha differenze rispetto alla realtà italiana.”

A Giulia Izmir è rimasta nel cuore: “ha un’anima molto diversa dalle altre città turche. Sembra di stare in una città del sud Italia. La vita è più rilassata e meno frenetica rispetto ad Istanbul e la presenza del mare è totalizzante, ti accompagna lungo tutta la giornata. Nonostante questo è comunque una città ben organizzata, in cui i servizi funzionano. Gli uffici pubblici, [come] ad esempio la questura in cui fare domanda per il permesso di soggiorno,  possono avere dei ritmi e delle modalità di funzionamento che risultano difficili da capire per uno straniero e che, almeno per quanto mi riguarda, possono causare molto stress. İn realtà poi i tempi burocratici sono spesso più veloci di quelli italiani, basta avere fiducia e non farsi troppe domande!”. 

Dello stesso parere è Elisabetta: “Gli uffici pubblici preposti a questo tipo di procedure purtroppo lasciano un po’ a desiderare, può capitare di doversi interfacciare con funzionari che non sembrano conoscere del tutto le procedure” dovuto anche al cambio di normativa sull’immigrazione (vedi nostro articolo) che l’ha costretta a tornare in Italia per risolvere alcuni aspetti burocratici,  ma, nonostante questo, non ha riscontrato nessuna situazione particolarmente critica. Infatti il suo primo impatto con la città è stato davvero piacevole. “Trovare casa è stato molto facile, è una città molto vivibile e tranquilla e non mancano le occasioni di socializzazione. Ho avuto l’opportunità di creare rapporti di amicizia validi, soprattutto con gli altri tirocinanti della Camera di Commercio.”

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Andrea, invece, inizialmente è stato deluso arrivando da un mese trascorso nella città di Istanbul per un corso intensivo di lingua turca. Trovava Izmir un po’ troppo tranquilla in confronto alla Grande città quale è Istanbul ed era privo di abitazione. Ha dovuto aspettare due settimane prima di trovare una situazione stabile ma, “una volta risolto questo primo inghippo, ho iniziato a vivere con  ottimi coinquilini turchi e Izmir si è trasformata in una città fantastica Sono riuscito a inserirmi nel modo più assoluto nella mentalità turca, frequentando principalmente gente del posto e  non solo studenti stranieri. Grazie a loro sono riuscito a visitare i posti più svariati e poter assistere agli eventi più tradizionali. Anche gli uffici pubblici per quanto riguarda l’assistenza per il permesso di soggiorno sono sempre stati disponibili ad ogni mia richiesta.”

La burocrazia e le procedure legate al visto sono un problema riscontrato anche da Giuseppe che ha evidenziato “una certa mancanza di pofessionalità che a partire dai livelli più bassi fino a quelli pù alti,come le istituzioni, è evidente e si può notare nella quotidianità”. Ciò nonostante, sono questioni che anche per lui passano in secondo piano quando entra in contatto con il luogo e le persone: “non ho avuto problemi ad ambientarmi. Malgrado gran parte della gente non parlasse inglese ed io non masticavo alcuna parola di turco,sono sempre stati nei miei confronti cordiali, disponibili ed estremamente amichevoli”.

“Tornerei ad Izmir per un periodo prolungato”

Mentre Alessandro ammette tranquillamente che ci tornerebbe solo per vacanza “ma non a viverci stabilmente poichè difficilmente potrei considerarla <<casa>>”, diversamente la vedono Giulia, Elisabetta, Andrea e Giuseppe che invece ad Izmir tornerebbero per rimanere per lunghi periodi sostenendo, quasi all’unisono, che Izmir è preferibile ad altre città della Turchia per la qualità della vita e per il fatto di riservare grandi opportunità di crescita professionale e personale.