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Federico Guerrini a StartUp Istanbul
Federico Guerrini (secondo da sinistra) ha moderato lo Startup Istanbul (Fonte Immagine: LaStampa.it)

Federico Guerrini è giornalista, tra le poche firme italiane di Forbes, scrive per La Stampa, l’Espresso e altri. Negli anni si è ricavato un ruolo importante come osservatore, analista e conoscitore nei temi del digitale e della rete.

La Scorsa settimana, Federico è stato tra gli animatori di StartUp Istanbul, probabilmente il principale evento di settore non solo per la Turchia ma per tutto il medio oriente e per l’area mediterranea dell’Europa che in questa edizione ha visto la presenza di più di 100 startup,  200 investitori e 1500 partecipanti provenienti da 40 paesi.

basta camminare per le strade di Istanbul per vedere un mix di culture che affascina

Che ambiente hai trovato a Startup Istanbul ?

Un bell’ambiente. Le startup erano molto motivate, le persone entusiaste, i mentor professionali. Non sempre i pitch delle startup che ho visto erano ben fatti, specie a livello di esposizione e di padronanza dell’inglese, ma questo ci sta, e non è certo qualcosa che si vede solo qui in Turchia.

Di che cosa si è parlato nel panel che hai moderato?

Il panel si intitolava “What it takes to build a startup city?” e trattava appunto dei requisiti necessari a un’ecosistema (non solo cittadino, ma anche nazionale) per diventare davvero un polo attrattivo in termini di imprese e talenti legati all’innovazione.

Qualche spunto interessante ?

Una cosa che mi ha colpito è stato l’accento sulla necessità di creare una buona qualità della vita. Quando si parla di Silicon Valley ci si sofferma spesso sull’abbondanza di capitali e investitori che ci sono lì, ma non si considera forse appieno il fatto che quella zona della California (per chi se lo può permettere) è un bel posto dove vivere. Belle foreste, belle spiagge, insomma ci si diverte, ed è l’ideale per attrarre talenti. I soldi contano, ma non sono tutto.

Nel tuo pezzo per la Stampa di domenica (leggi), sostieni che la Turchia possa essere un crocevia di talenti. Cosa ti ha portato a questa sensazione?

Be’, non è certo una novità, o qualcosa che mi sono inventato io. Lo è sempre stata, e basta camminare per le strade di Istanbul per vedere un mix di culture che affascina. In più, ho conosciuto un paio di ragazzi americani molto in gamba che hanno deciso di trasferirsi qui per un po’. È un buon posto dove vivere, e la posizione è baricentrica. Come si è visto anche a StartupIstanbul, per le startup dell’area EMEA e non solo, la Turchia è un punto di riferimento.

Asia e Africa diventeranno sempre più importanti, e un paese di esigue dimensioni come il nostro dovrà lottare per non essere schiacciato

A quanto hai potuto vedere, cosa permette alla Turchia di crescere così nel digitale?

Non credo che basti una breve visita per dare una risposta precisa. Senz’altro, il fatto di avere una popolazione molto giovane conta.

E il futuro dell’Italia nel digitale quale sarà a fronte di paesi, come la Turchia, che si stanno guadagnando spazi sempre più importanti?

L’Italia, nella mia umile opinione, è allo stesso tempo un grande paese e un piccolo paese. È grande per storia, stile di vita, una certa umanità che ancora ci portiamo dietro nonostante la tendenza all’individualismo e alla spersonalizzazione. E poi ci sono le nostre “eccellenze”, certo, imprese leader mondiali, moda, cibo, design, le solite. Allo stesso tempo, girando un po’ di rendi conto che il mondo sta passando di mano: ci vorranno magari un paio di secoli, ma Asia e Africa diventeranno sempre più importanti, e un paese di esigue dimensioni come il nostro dovrà lottare per non essere schiacciato. E in questo quadro i nostri difetti tradizionali: provincialismo, campanilismo, divisione in clan, clientelismo, odio per il successo altrui rischiano di pesare molto, in senso negativo. Dato che non credo nella redenzione di usi e costumi millenari, dovremo probabilmente allearci a qualche paese piccolo come noi, o entrare nella sfera di influenza di qualche paese più grande, per non soccombere.

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