Karaburun - Image Source: http://karaburunaiyibak.org/
Karaburun – Image Source: http://karaburunaiyibak.org/

La scorsa settimana nel bellissimo contesto di Havagazı Fabrilası, la vecchia fabbrica di Alsancak convertita a centro culturale, si è tenuto l’incontro per la realizzazione del “Sürdürülebilir Enerji Eylem Planı” (tard. Piano di Azione per l’Energia Sostenibile), con cui la città Metropolitana si è impegnata a ridurre del 20% le emissioni di ossido di carbonio entro il 2020.

Si tratta di un piano di intervento che interesserà a trecentosessanta gradi la città, dall’edilizia, ai trasporti all’industria e servizi, alla produzione e consumo delle energie rinnovabili sino alla gestione dei rifiuti e dell’acqua. Un’attività complessa che sarà governata da un ufficio apposito, il “Sağlıktı Kentler ve Temiz Enerji Müdürülügü” (trad. Direzione per l’Energia Pulita e le Città Salutari).

Sul fronte edilizio sono già in essere numerose operazioni di ammodernamento dei condomini, da un lato attraverso l’adozione di sistemi di isolamento esterni, dall’altro con interventi di vera e propria ricostruzione, sfruttando la normativa del kentsel dönüsüm (trad. ricostruzione cittadina), originariamente pensata nel 2012 per demolire e ricostruire i palazzi che risultano essere a rischio sismico.

Relativamente ai trasporti, il Belediye di Izmir continua un’opera di rinnovo dei mezzi di trasporto e potenziamento delle linee metropolitane e navali, includendo tra le alternative anche una linea tranviaria, attualmente in fase di realizzazione, che collegherà lungo la costa i distretti di Karşiyaka da un lato e Göztepe dall’altra parte del golfo con il centro di Konak e Alsancak

Per quanto riguarda la produzione energetica, che si inserisce nel piano nazionale di approvvigionamento, abbiamo già ricordato che Izmir è la sede ideale per la realizzazione di campi eolici, ben visibili nella penisola di Çeşme, da Karaburun e Alaçatı.

Sul fronte delle opere pubbliche, sia edilizio sia energetico, il tutto avviene non senza problemi per la cittadinanza. Tali opere, infatti, come in gran parte dei paesi, attraverso l’individuazione di aree obiettivo ed espropriazione di terreni.

Sulle pagine di Hürriyet Daily News, la giornalista Melis Alpahn ha denuciato come la realizzazione dei campi eolici di Karaburun non solo abbiano creato problemi al tessuto economico locale con l’espropriazione di aree dedite all’allevamento dei pesci e all’estrazione del marmo, ma anche alla qualità della vita delle persone che si sono trovate, in alcuni casi, ad avere una turbina eolica di fianco a casa propria.

Lo stesso destino, ora, sembra toccare a Çeşme, centro importantissimo per il turismo di Izmir, dove a 700 metri di distanza dal villaggio Germiyan, dopo una operazione massiccia di espropri, stanno sorgendo sei nuove turbine eoliche. Il problema, secondo Alphan, è che queste operazioni sembrano non essere state portate avanti in modo trasparente. “Per esempio, una mattina le persone si svegliano e vedono i bulldozer ‘arare’ una strada nel mezzo del loro campo. Senza aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Alcune delle loro terre sono state sequestrate ancor prima che le pratiche ufficiali fossero completate”. L’area inoltre, racconta la giornalista, è indicata come zona forestale nel piano ambientale, è un’area archeologica di secondo grado e una zona naturale protetta.

Effettivamente sembra un paradosso: distruggere l’ambiente per preservarlo.

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